Quella del genere femminile è una lunga storia di continue penalizzazioni e sistematiche estromissioni. In ambito musicale, e più precisamente compositivo, queste si fanno davvero lampanti.
Tutti siamo capaci di ricordare i nomi dei grandi compositori della storia, ma pochissimi conoscono il nome di qualche compositrice.
Eppure le compositrici ci sono sempre state, e sono state anche celebrate in vita per le loro opere. Sappiamo che la storica condizione sociale e culturale della donna è stata, fino a tempi non troppo lontani, limitata al ruolo di madre e di responsabile della gestione della casa.
Tuttavia non si è fatto niente in questi anni per riportarle in auge e oggi restano in un quasi totale oblio.
Nel sedicesimo secolo ci sono due nomi assai importanti. Uno è certamente quello di Maddalena Casulana, prima donna ad aver pubblicato le proprie composizioni.
Nella dedica del suo primo libro di madrigali, rivolta a Isabella de’ Medici, affermava la volontà “di mostrare al mondo il vanitoso errore degli uomini di possedere essi soli doti intellettuali, e di non credere possibile che possano esserne dotate anche le donne”.
Un emblema di un’emancipazione femminile incredibilmente ante litteram.
Poi c’è stata Francesca Caccini, musicista della corte Medicea e primogenita di una famiglia di cantanti e compositori. Studiò il latino, l’italiano, il francese e lo spagnolo, e cantava in tutte queste lingue. Suonava il liuto e il clavicembalo e all’età di diciotto anni iniziò a comporre.
Francesca contribuì all’evoluzione della musica barocca e fu la prima donna a scrivere un’opera, La liberazione di Ruggiero.
Nel diciassettesimo secolo invece si trovano molti nomi di donne compositrici, la cui produzione è principalmente legata alla loro appartenenza a ordini monastici. Una di queste fu Isabella Leonarda, compositrice di Novara che divenne una suora orsolina e scrisse numerose opere sacre.
Nel periodo tra il 1670 e il 1725 sono molte le musiciste che lavorano nel Nord Italia, in Francia e in Austria. Una fu Camilla De Rossi, che scrisse numerose opere commissionatele dall’imperatore Giuseppe I d’Austria, eseguite poi nella cappella imperiale di Vienna.
Un altro caso è quello di Elisabeth-Claude Jacquet.
Grazie al suo talento, venne accolta alla corte del Re Sole e la sua educazione musicale fu supervisionata dalla favorita del re, Madame de Montespan. Sposò l’organista Marin de La Guerre, insegnò musica e tenne concerti in tutta Parigi, con grande successo.
Nel Settecento il numero di compositrici è impressionante. Tra queste spiccano anche nomi di donne nobili, come la Principessa Wilhelmina di Prussia, che scrisse musica da camera e anche un’opera, l’Argenore, o Barbara del Portogallo, che divenne regina di Spagna e studiò musica e composizione con il maestro Domenico Scarlatti.
Ci furono anche molte cantanti d’opera che ebbero notevole successo anche nella composizione, come accadde a Henriette de Beaumesnil che riuscì a far rappresentare la sua opera all’Opera di Parigi.
Poi ci fu Maria Anna Mozart, prodigiosa clavicembalista e pianista. Ad ammettere la sua bravura come compositrice è proprio Wolfgang Amadeus Mozart, suo fratello minore, in una lettera che le spedì dall’Italia
“Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose”. Non sono pochi a pensare che parte delle opere di Mozart, oltre seicento in trentacinque anni di vita, siano della sorella maggiore. Un esempio è la sonata per violino e arpicordo, catalogata come K6: La parte dello strumento a corda è incredibilmente complessa. Forse un po’ troppo per un bambino di appena sei anni.
Nell’Ottocento sono numerosissime le compositrici. Una su tutte spicca, ancora una volta sorella di un grande musicista: Fanny Mendelssohn, sorella di Felix.
Compose più di quattrocento brani musicali. Anche lei, come Nannerl, vide limitate dalla famiglia le sue possibilità di successo, sebbene nessuno le vietò mai di sviluppare il suo talento e di comporre. Felix arrangiò alcuni suoi brani e li presentò a suo nome. Ma l’imbarazzo fu grande quando la Regina Vittoria, ricevendo il compositore a Buckingham Palace, gli confesso di adorare la canzone”Italien”. Felix non riuscì a mentire e confessò alla sovrana che quello era un brano di Fanny.
Lascia un commento